Cultura

Vinicio Capossela presenta “Indebito” alla festa del Cinema del Reale

vinicio capossela

Vinicio Capossela è stato il primo ospite acclamatissimo che ha dato il via all’undicesima edizione del Cinema del Reale a Specchia che quest’anno ha per titolo “Strade, finzioni, magie”. Tema che ben si addice al documentario che Capossela ha presentato “Indebito” diretto da Andrea Segre e del quale è autore del soggetto.
Il documentario altro non è che un viaggio che si può dire abbia tre principali sfaccettature: attraverso la Grecia alla scoperta della musica rebetika; attraverso una nazione, dove è nata la civiltà, che per prima è stata colpita dalla crisi e più in generale un viaggio dentro se stessi.
“Questo film è un lavoro su una domanda “Di cosa scegliamo di essere fatti?” – afferma Vinicio Capossela presentando il documentario -. Crisi è una parola greca, una crisi obbliga sempre a ridurre le possibilità di scelta e proprio in un momento di crisi è ancora più importante porci quella domanda, cosa scegliamo di essere. In questo periodo l’unica fede astratta sembra essere data all’istituto di credito. Il denaro determina il valore delle cose e si parla di debito. Si parla di denaro e poco della nostra umanità, di cosa siamo in debito o in credito delle nostre cose umane? Il documentario raccogliere una serie di riflessioni sul valore da dare alle cose e quali debiti e crediti dare all’esistere delle persone”.
Una frase all’interno del documentario spiega perfettamente il concetto: “Se l’uomo capisse che si vive soltanto una volta e mai più, probabilmente non sarebbe disposto a passare la vita come la passa allora questa musica è rivoltosa perché accende in noi la consapevolezza che ogni attimo è eterno perché è l’ultimo, ed è quello che ci invidiano gli dei”. E qui la musica rebetika ha un ruolo fondamentale. Una musica che esprime rabbia, suonata dai ribelli, dagli ultimi, che ha una forza di smuovere l’animo unica. È una musica che si oppone, con i versi delle sue canzoni, al potere ed è, oggi come in passato, portatrice di una corrente di ribellione al conformismo passivo.
“Una musica che crea senso di comunione – continua Capossela – in fondo siamo tutti nella stessa barca, una melodia che non crea separazioni tra chi la esegue e chi l’ascolta. Che serve a liberare dentro di noi quello che i greci antichi chiamavano il demone. Lo abbiamo e non dobbiamo troppo reprimerlo altrimenti ci priveremmo della parte più viva di noi”.
Applausi dopo la proiezione del documentario che con il nome suggestivo “Indebito” indica come la Grecia è, ormai quasi per definizione, il Paese “in debito” con l’Europa sul piano economico. Allo stesso tempo però è l’Europa, da sempre “in debito” con la cultura che dalla nazione ellenica si è diffusa. Non ultimo, “indebito” perché chi canta e ripropone il rebetiko ancora oggi non ha un ruolo propriamente gradito.

Articolo pubblicato il 24 luglio 2014 su salentoreview.com

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