Cultura

Nardò, studiare la musica techno e le frequenze, anche per curare malattie psicofisiche

Che effetto ha la musica techno su chi l’ascolta durante una performance? Su chi magari ha un qualche malessere psicofisico? A porsi la domanda è stato Simone Gatto, 31enne di Nardò, durante una delle sue esibizioni. Con la musica ci lavora, dal 2004 è dj ed anche compositore,  live performer,  discografico e fondatore della label elettronica Out-ER. Ha anche un dottorato in filosofia e tanta curiosità nell’indagare sul potere della musica e delle frequenze, capaci di favorire cure psicofisiche e comunicazione empatica. Dalle sue prime ricerche è nato un album e un libro “Heaven Inside Your Frequencies”, rilasciato in doppio vinile sulle sue etichette discografiche Out-ER e Pregnant Void, e in versione cartacea su Edizioni Esperidi.

Laurea e studi filosofici e una curiosità: cosa c’è nel rapporto dj-pubblico? “Ho studiato a Lecce Scienze della comunicazione, e lavorato come ricercatore assieme al musicologo Giacomo Fronzi, musicista e giornalista con all’attivo diverse pubblicazioni, che ha poi curato la prefazione del libro – racconta Gatto – successivamente alla laurea ho iniziato il dottorato di ricerca su Filosofia morale, in contemporanea ho iniziato a condurre da autodidatta degli studi sulle frequenze e sul loro potere, perché ero incuriosito dall’empatia che si genera pubblico e dj”.

Ricerche con esperti in musicoterapia. Poi un libro eun doppio vinile. Un settore tanto affascinante quanto poco esplorato.  “Ho condotto le mie ricerche in autonomia, in seguito ho coinvolto una serie di esperti, in musica terapia, sound design e realtà virtuale – prosegue l’artista e studioso – e anche neuropsichiatri, per organizzare, con la mia etichetta, una serie di workshop in Italia, in Olanda, durante l’Ade il più grande festival, e a Berlino. In tutto una decina. Il nostro scopo era osservare l’empatia che si crea nella sala, che emozioni e relazioni si generano. In quattro anni ho preso molti appunti sull’argomento e poi ho iniziato a metterli insieme, forte anche delle conoscenze acquisite negli ultimi anni in musicoterapia (frequenta un’accademia di musica terapia nazionale, con sede anche a Lecce), alla fine ne è venuto fuori un libro”.

Un caso: le frequenze giuste contro un problema di circolazione. Scritto in italiano e inglese, il libro accompagna il lettore verso la conoscenza della musico terapia, partendo dall’abc, con la definizione di frequenze, periodo, hertz e tutto ciò che riguarda il suono, approfondendo il tema della terapia attraverso la musica; in un tirocinio ha avuto modo di sperimentare più tecniche. Fino a scoprire  alcune cose utili. Un esempio? Per risolvere un problema di circolazione e di pressione sanguigna si dovrebbe ascoltare le frequenze 880 Hz; la frequenza 68 Hz aiuta a ridurre i dolori muscolari del collo e degli arti, e così via. Ma con una precisazione: “E’ doveroso specificare che il funzionamento delle frequenze è soggettivo ed è direttamente proporzionale all’attività celebrale del soggetto. Nel libro c’è una sezione specifica sulle tecniche ancora in uso di terapia con la musica”, conclude il giovane neretino, per il quale “è bello lavorare con le persone e dare loro sollievo”. Proviene da Berlino, dove c’è stata la prima presentazione del lavoro; poi ha toccato alcune città italiane come Bari e Bologna e, l’estate scorsa, a Nardò.

Ilaria Lia

Pubblicato su Piazzasalento il 12 febbraio 2018

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