Presicce

Presicce, lo scienziato Claudio Mauro fa una importante scoperta

Appena si è diffusa la notizia in paese tutti si sono sentiti orgogliosi di avere un concittadino che è balzato agli onori della cronaca per una notizia che infonde fiducia nel futuro e nella medicina. È presiccese lo scienziato Claudio Mauro, 38anni, che nel team della Queen Mary University ha scoperto una proteina, chiamata “Lem”, in grado di aumentare le difese immunitarie dell’organismo. In pratica la sua presenza aiuterebbe l’organismo a combattere alcuni virus e il cancro.
La notizia è stata condivisa sui social network degli amici, prima di tutto, degli amministratori e dei conoscenti in seguito. «Sono soddisfatto del risultato ottenuto – ha affermato Mauro – e allo stesso tempo abbastanza stupito della risonanza che l’articolo ha dato». Ma la reazione dei concittadini così come quella di tutti gli altri c’era da aspettarsela, perché la scoperta potrebbe porre fine a molte sofferenze. Sono anni, sei per la precisione, che i ricercatori stavano lavorando su questo progetto. Le ricerche sono state condotte sui topi in laboratorio. Gli scienziati hanno visto che nei topini ammalati di tumore, la presenza della proteina riusciva ad aumentare il numero dei linfociti T CD8 citotossici, e da questo si è riscontrato una maggiore forza nel reagire alla malattia. Il lavoro è stato svolto in collaborazione di alcuni istituti internazionali quali l’Imperial College e Queen Mary University di Londra, Ethz (L’Istituto federale di tecnologia svizzero di Zurigo) e Harvard Medical School. Claudio ha studiato presso l’Università Federico II di Napoli, conseguendo anche il dottorato. Gli studi, poi, lo hanno portato all’estero, prima a Chicago, lì ha lavorato per un anno e poi a Londra, dove risiede da otto anni con la moglie Valeria Rizzo, lavorando in un primo tempo nell’Imperial College, una delle 10 università migliori del mondo.

«Si prospetta così una possibile terapia genica che migliori l’immunità, stimolando la produzione di Lem – ha detto Mauro -. Questa scoperta ha conseguenze immediate per la messa a punto di approcci terapeutici innovativi per il cancro e per altre patologie infiammatorie e autoimmuni croniche, come ad esempio l’arterosclerosi e l’artrite reumatoide». Purtroppo i tempi di applicazione per l’uomo sono ancora lunghi, si ipotizzano tre anni, prima che possano partire lo studio farmacologico.

Ilaria Lia

Pubblicato su Piazzasalento l’8 maggio 2015

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