Presicce

Presicce, il Consiglio comunale non ferma il processo di fusione con Acquarica. Si va al referendum

Oltre tre ore di Consiglio comunale aperto, partito dalla dichiarazione della presidente dell’assise Paola Ponzo, approdata ai banchi dell’opposizione, che ha aperto la seduta parlando del punto clou della “sospensione del processo”, non passato; poi i consiglieri di minoranza si sono soffermati  poi sulla  tenuta della maggioranza e sulla questione delle sedi scolastiche. Infine in aula sono riemersi dissapori e contrasti in sospeso probabilmente da tempo. Unico assente il consigliere ex candidato sindaco Antonio Raone.

Dopo le dichiarazioni della Ponzo, che tra l’altro ha affermato di aver deciso di abbandonare la maggioranza soprattutto spinta dalla gente a prendere una posizione dopo la questione delle sedi delle scuole, informando il Consiglio di aver invitato a partecipare la dirigente scolastica, senza successo. “Paola Ponzo non è la stampella di nessuno” ha detto di se stessa. Per la cronaca va detto che l’annunciata sua decisione finora resta scritta sulla sua decisione solo sul suo profilo social e non è stata ancora ufficializzata.

Il punto caldo è stato comunque il processo per la fusione con Acquarica del Capo. Dalla sospensione richiesta si è passati, non senza tensioni ma ben presto, a derubricarla in una richiesta alla Regione di “rispettare il risultato del referendum” che dovrebbe tenersi nella prima metà di dicembre. I consiglieri non si sono detti contrari alla consultazione popolare, massimo momento di democrazia, ma alcuni almeno sono tornati a chiedere “chiarezza e informazione”. Il Sindaco Riccardo Monsellato ha sottolineato ancora una volta la validità democratica del percorso compiuto e la massina garanzia sulla scelta finale offerto dallo strumento del referendum.

Ma c’è chi rimarca che della fusione tra i due Comuni, che tanto interesse sta suscitando in Puglia (sarebbe il secondo caso qualora andasse in porto), “è da venti anni che se ne parla”. E se non passasse la proposta? Bisognerà aspettare almeno cinque anni prima di riprovarci, dopo aver fatto tanto lavoro tra convegni, momenti di informazione e di confronto anche con tecnici della materia ed urbanisti, commissioni consiliari miste e comitati per le due parti in campo, attivi soprattutto in questa decisiva fase. Con tanto di espressioni oggi molto in voga per ben altre e complesse questioni, della serie “a casa loro”, “qui a casa nostra”. Con un consigliere di opposizione che ha chiesto le dimissioni del Sindaco.

Sulle reti sociali gli scambi di opinione sono diventati in più di un caso confronti duri fino agli insulti, come purtroppo è regola ormai quale che sia l’argomento. Alcuni non hanno comunque rinunciato a riportare al centro gli interessi delle due comunità, i benefici che ne deriverebbero diretti ed indiretti, come quello sul piano demografico: i due paesi registrano da qualche anno a questa parte, un decremento di abitanti ed un innalzamento dell’età media: una unica comunità con più mezzi a disposizione rispetto a tutti gli altri Comuni, potrebbe invertire anche questa  tendenza.

Pubblicato su Piazzasalento il 22 settembre 2018

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