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Presicce Acquarica, giorno Primo: partiti! La fusione mette le ali, tra fili di nostagia. “Adesso dipende tutto dalla nuova classe dirigente”

La prima giornata del neonato Presicce Acquarica è andata come da programma, dall’impegno necessario garantito dal viceprefetto Claudio Sergi, sotto gli occhi del prefetto Maria Teresa Cucinotta, alla torta su cui è incisa “Città Presicce – Acquarica”.

In mezzo emozioni e ottimismo, sia nell’aula consiliare, quella di Acquarica, sia nel salone al primo piano di Presicce. I sorrisi più genuini sono stati riservati agli scolari del Comprensivo. Loro i pensierini che parlano di futuro, di una vita migliore, di cooperazione dello stare insieme: “Mettersi insieme è un inizio, restare insieme è un successo”.

Fusione partecipata, senso di responsabilità verso le generazioni a venire, qualità della vita, senso della sfida, battaglia vinta contro paure delle novità e scenari apocalittici: ne hanno parlato in brevi interventi l’assessore regionale Sebastiano Leo, il presidente della Provincia di Lecce Stefano Minerva, i due già Sindaci Riccardo Monsellato e Francesco Ferraro.

Il prefetto ha confessato la sua incredulità quando le fu presentato il processo in atto: “Tutto a Sud ha il sapore del campanilismo, del particolarismo, compresa la mia Sicilia. Da qui la mia sorpresa quando me ne parlano; pensavo avessero sbagliato tra Unione e fusione di Comuni. Invece eccoci qui: questa fusione è una reale opportunità ed oggi stiamo inaugurando il futuro”.

Di una bella operazione controcorrente ha voluto parlare il vescovo di Ugento-Santa Maria di Leuca, Vito Angiuli: “In tempi di frammentazione e di globalizzazione – ha detto il prelato – voi avete fatto un processo inverso, verso l’unità, attraverso un processo non imposto da fuori ma maturato e voluto dall’interno, naturalmente”.

L’auspicio del vescovo è che da adesso si lavorerà tutti insieme “a partire dalle due parrocchie, con le organizzazioni sociali a favore della cultura dell’unità che porta buoni frutti per tutto il territorio ed è di esempio per gli altri. Del resto il Sud Salento a me è apparso come una unica Città diffusa, coesa nella sua cultura, nella sua visione comune”.

Gli “altri” Comuni hanno fatto capolino durante le due affollate riunioni. Ettore Caroppo, uno dei candidati Sindaco di Minervino di Lecce, si dichiara: “Io nel mio programma ho la fusione con i paesi vicini”. Pensa a Uggiano La Chiesa, Giurdignano, Santa Cesarea Terme. Tra il pubblico ci sono anche alcuni amministratori comunali di Gagliano del Capo. Si affaccia anche Donato Metallo, sindaco di Racale.

Metallo è stato protagonista di un confronto, vinto, con Lorenzo Ria, candidato quest’ultimo a Racale proprio in nome della grande Città che avrebbe voluto far nascere, con Taviano, Melissano e Alliste. Che ci fa qui? “Ho accolto un invito. Comunque – risponde al cronista – io resto della mia idea: un paese di 10mila abitanti, come sono adesso Acquarica e Presicce, è preferibile ad una di 35mila. Con queste dimensioni restano stretti ed efficaci i rapporti tra amministratori e cittadini”.

Si dichiara “interessato” da sempre” a questa prospettiva ora assurta a realtà Antonio Luca di Presicce, già Sindaco ed assessore provinciale. “Molto dipende adesso dalla futura classe dirigente, – riflette – da giovani, non giovani, forze politiche, associazioni, parrocchie, professionisti. Con ottimismo certo, ma anche con lungimiranza-

Un altro ex, Carlo Rovito di Acquarica del Capo: “Il sentimento di questa giornata particolare? E’ come quando, anche per fatti privati, si sta per dare la sterzata decisiva. Nostalgia? No, dipende tutto dalle persone però”.

La nostalgia che non ti aspetti affiora invece nelle parole di Luca Pacella, uno dei più attivi a favore della fusione. “Un briciolo di nostalgia, sì. E’ in paradosso, no? Abbandoniamo qualcosa che è stato fino ad adesso, e ci affacciamo su di una realtà non ancora sperimentata ma che potrà dare molto alla nostra comunità. Il comitato per il Sì sta organizzando una festa presso la stazione Fse, tempo permettendo.

E i fautori del No dove sono finiti? In giro non se ne vedono, le due manifestazioni sono filate via lisce. Qualcuno però passa parola a bassa voce su alcune ultime loro uscite su Facebook, con un manifesto listato a lutto.

Sulla via che collega i due Comuni resta un ormai anacronistico cartello appeso, un reperto quasi, ad indicare un confine territoriale tra i due paesi da oggi inesistente.

Pubblicato su Piazzasalento il 15 maggio 2019

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