Presicce

“Dimora San Carlo”, il commissario di Presicce-Acquarica sfratta il Centro socio assistenziale. La reazione: “Un fulmine a ciel sereno”

Una decisione che fa discutere quella con la quale il Commissario prefettizio di Presicce-Acquarica, Claudio Sergi, ha disposto il rilascio dell’immobile comunale finora utilizzato dal centro socio assistenziale di riabilitazione psichiatrica “Dimora San Carlo”. Si tratta dell’ex scuola materna di via Cattaneo (località Acquarica) assegnato sin dal 1999, con relativo bando di gara, alla Riasop srl.

Alla scadenza decennale del contratto, la società ha continuato ad operare, in assenza di comunicazioni da parte del cessato Comune di Acquarica che, nel dicembre 2017, per regolarsi sul da fare, ha pure richiesto un parere all’avvocato Ernesto Sticchi Damiani. Richiamato tale parere, con il quale il professionista ha ritenuto “non legittima” la detenzione dell’immobile da parte della società, “in virtù della sopravvenuta inefficacia del contratto di locazione per scadenza del termine”, l’attuale Commissario Sergio ha disposto il rilascio dell’immobile entro sei mesi.

Una decisione questa, giunta “come un fulmine a ciel sereno”, come fanno sapere le quattro donne componenti il Consiglio di amministrazione della società che stamattina hanno avuto un primo incontro, definito “interlocutorio”, con Sergi. «Sicuramente seguiranno importanti sviluppi – afferma Irene La Puma, responsabile legale dell’azienda e presidente del consiglio d’amministrazione – avremo modo di far conoscere meglio le nostre ragioni e il nostro modo di lavorare».

“Dimora San Carlo” è centro accreditato col Servizio sanitario della Regione Puglia, ha in carico 15 pazienti e dà lavoro a 28 professionisti, quasi tutti locali.  «La notizia ci è giunta così, all’improvviso, e ci ha lasciati tutti sgomenti – racconta la responsabile legale – senza nessuna avvisaglia, senza che nessuno si sia mai lamentato di qualcosa: dal momento in cui abbiamo preso in gestione la struttura siamo sempre stati puntuali nei pagamenti dell’affitto e delle spese di conduzione; tutti i lavori di ristrutturazione sono stati realizzati con i fondi aziendali; i nostri pazienti non hanno mai dato fastidio a nessuno, anzi, partecipano attivamente alle iniziative della cittadinanza. La nostra è l’unica struttura che ha sempre le porte aperte: ognuno può entrare e accertarsi delle condizioni dei pazienti».

I diretti interessati hanno da ridire soprattutto per le motivazioni messe nero su bianco in delibera li dove si da atto che, “nell’ambito della riorganizzazione dei plessi scolastici del nuovo Comune di Presicce-Acquarica conseguente all’avvenuta fusione, potrebbe essere utile per l’Ente avere la disponibilità di ulteriori ambienti da destinare ad aule scolastiche”.

Già lo scorso anno è stato deciso, non senza polemiche, di accorpare le scuole materne e le medie di Presicce e Acquarica per mancanza di alunni. «Il Commissario – afferma Irene La Puma – forse non sa che quella struttura era prima un asilo, ma che dopo l’incidente in cui perse la vita sui binari una dottoressa (la sede si trova dopo un passaggio a livello, ndr), è stato deciso che non ospiterà più una scuola».

Unanime la solidarietà da parte della politica, dalle associazioni e da tutti i cittadini che non hanno mai dubitato sulla correttezza di tutti coloro che lavorano nella struttura. Gli stessi dipendenti hanno scritto una lettera aperta rivolta al Commissario cercando il dialogo. «Siamo una società tutta al femminile e lavoriamo sul territorio da più di venti anni. Mi sarei aspettata una convocazione da parte del Commissario prima che firmasse quella delibera – chiude La Puma – e invece nulla. Ringrazio chi mi ha espresso solidarietà e sono convinta che tutto si risolverà nel migliore dei modi, per il bene dei nostri pazienti, dei dipendenti e dell’azienda che tanta fatica ci è costata. Noi della proprietà abbiamo lavorato gratis nei primi anni. Io personalmente non ho al tempo goduto neanche di un giorno di maternità».

Da giorni, però, serpeggia la voce che dietro quanto è successo ci possa essere dell’altro visto che, come affermano dalla società, “è dal 2017 che la struttura è stata presa di mira, e che l’azienda ha dovuto fronteggiare denunce anonime”. L’argomento, inoltre, è stato affrontato in diversi Consigli comunali ad Acquarica, durante i quali alcuni consiglieri di maggioranza affermarono chiaramente la loro intenzione a riprendersi l’immobile.

Ilaria Lia

Pubblicato su Piazzasalento il 16 settembre 2019

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