Davanti al gruppo di studenti nel liceo artistico “Jordan Misja” il Maestro Marco Battaglia espone con estrema cura e delicatezza la chitarra che è stata di Giuseppe Mazzini, ne spiega la storia e fa ascoltare il suono, eseguendo alcuni pezzi dell’epoca. I ragazzi ascoltano assorti e alla fine della lezione si stringono intorno al maestro per fare qualche domanda, chiedere delle curiosità. Sotto gli occhi attenti e compiaciuti del direttore artistico dell’Albania Guitar Festival, Denis Bizhga.
Il workshop sulla musica italiana dell’800 è il primo appuntamento del Maestro Battaglia all’interno del programma della Settimana dell’Italia, il secondo è per sabato pomeriggio con un concerto aperto al pubblico, nella sala Tonin Harapi dello stesso liceo. Entrambe le date si inseriscono nell’ambito della 7ima edizione del Festival internazionale della chitarra. Un’occasione unica per studenti e docenti per conoscere, approfondire la storia della musica e i suoi protagonisti. E in questo caso il protagonista è stato Giuseppe Mazzini, che in pochi conoscono come musicista.
“Lo strumento che ho con me è una delle tre chitarre appartenute a Mazzini ad oggi conosciute, tali strumenti sono stati restaurati per mia iniziativa e sono conservati nella casa natale di Mazzini, il Museo del Risorgimento del Comune di Genova e nell’istituto storico nazionale Domus Mazziniana di Pisa, di cui sono musicista conservatore ad vitam – ha raccontato il maestro Battaglia che ha anticipato il suo prossimo lavoro –. Il prossimo 4 agosto uscirà una pubblicazione, un disco registrato con tutte e tre le chitarre dove verranno eseguite le musiche citate da Mazzini nelle varie lettere che ha inviato, e dai suoi scritti, dalla sua filosofia della musica, dal suo zibaldone giovanile. L’interesse di Mazzini per la musica è testimoniato da tutta una serie di fonti dell’epoca, senza dimenticare che ogni anno organizzava un concerto per la scuola, fondata da lui stesso nel 1841 a Londra, per i bambini che giungevano in condizioni di povertà e che la città non sapeva accogliere. Questo gli permetteva di avere amicizie con celebri cantanti dell’epoca, come il tenore Roberto Mario (il vero nome Giovanni Matteo De Candia) e sua moglie la soprano Giulia Grisi, Tamburini, Sivoli, il famoso allievo di Paganini e Giulio Regondi, il più celebre chitarrista romantico italiano”.
Soddisfazione da parte degli studenti e del direttore che ha affermato: “Siamo molto lieti e onorati di aver ospitato il maestro Battaglia con la sua lezione sui compositori più importanti dell’800, importante per noi anche perché nella nostra didattica della chitarra classica suoniamo molto i classici italiani – ha spiegato il direttore –. Inoltre, eventi del genere danno qualcosa in più ai nostri ragazzi e alla comunità artistica di Tirana. Lieti della nostra collaborazione con l’Istituto italiano di cultura e con l’Ambasciata d’Italia, si da così valore allo scambio artistico e all’interpretazione musicale”.
Ilaria Lia
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