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Sette e culti alternativi: allarme (anche) nel Salento. A “La vita in diretta” la criminologa di Nardò

L’argomento “sette” torna ancora a lambire il Salento. Giovedì 29 novembre nel programma di Rai Uno “La vita in diretta” è intervenuta come ospite la dottoressa Diana Papaleo, criminologa clinica e psicopatologa forense di Nardò, che ha messo in guardia circa la presenza di gruppi anche nella provincia di Lecce. 

«In trasmissione sono andata perché ho accompagnato un mio assistito ma devo dire – afferma la dottoressa – che non è il primo caso che seguo, anzi  spesso vengo contattata da genitori preoccupati per i figli: li vedono strani e si preoccupano, spesse volte temendo proprio possano essere entrati a far parte di qualche gruppo sbagliato». In televisione, nei pochi minuti a disposizione, l’esperta ha cercato di spiegare come si può finire coinvolti in questi gruppi.

«L’età di chi incappa in questi gruppi può variare, di solito si tratta di adolescenti, ma anche trentenni, che magari stanno attraversando una fase difficile non trovando lavoro. A complicare la situazione – continua la dottoressa – è la mancanza di dialogo nella famiglie. Ciò rende ancora più vulnerabile la vittima che viene adescata più facilmente con la tecnica del “love bombing” per poi finire plagiata. Ci sono aderenti alle sette che hanno il compito preciso di avvicinarsi a chi è in un momento di difficoltà per ricoprirlo di attenzioni, facendo credere loro di essere sinceri quando invece sono mossi da secondi fini». L’affetto che manca viene compensato da altri, che all’inizio si dimostrano comprensivi e disponibili.

«Il primo consiglio è quello di ascoltare, seguire di più i propri figli e i propri cari in genere. E di non sottovalutare nulla. Nel Salento non bisogna abbassare la guardia: ci sono diversi casi che sono stati chiusi come suicidi, e magari sono stati veri e propri omicidi fatti passare come suicidi».  

Ilaria Lia

Pubblicato su Piazzasalento il 2 dicembre 2018

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