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L’Italia al fianco di Tirana Capitale Europea della Gioventù con iniziative per la promozione dei diritti

Tirana Capitale Europea della Gioventù 2022 e anche l’Ambasciata d’Italia in Albania è stata protagonista, organizzando diverse iniziative specifiche per i giovani, con un obiettivo preciso: sensibilizzare sui diritti e sull’inclusione.

“Sono tanti i convegni e le attività organizzate in numerose scuole, su tutto il Paese, ne ricordo uno tra tutti, un progetto pilota in quattro istituti, realizzato in collaborazione con un’associazione italiana “Avviso Pubblico”, che ha previsto un percorso educativo per sensibilizzare i giovani sui temi della legalità, sull’esigenza di rispettare le leggi e di lottare contro la corruzione – afferma l’Ambasciatore d’Italia, Fabrizio Bucci -. È importante parlare di questi temi già in età scolare, nelle classi, per far crescere i cittadini del futuro, per far comprendere che la legge va rispettata nell’interesse di tutti”. Alla fine dei moduli formativi i giovani partecipanti hanno prodotto video e cartelloni e sono stati premiati con dei diplomi. Tramite i ragazzi si coinvolgono anche gli adulti, le famiglie. “E poi ancora, grazie alla finale di Conference League, lo scorso 5 maggio – continua – insieme alla Società sportiva Roma e alla Fondazione della Roma, abbiamo organizzato degli stage con le scuole calcio per bambini albanesi”.

L’Anno della Gioventù non è stato l’unico momento che ha visto impegnata la diplomazia: per la prima volta si è tenuto il Festival delle Nazioni, nato dall’idea del premier Edi Rama. Ogni rappresentanza dei paesi più presenti in Albania hanno scelto una settimana durante la quale organizzare ciò che si voleva per animare la città e promuovere cultura.

“Non potevamo che scegliere la settimana dall’1 al 7 giugno, in coincidenza con la nostra festa della Repubblica del 2 – spiega l’ambasciatore Bucci -. Abbiamo organizzato oltre 50 eventi, di tutti i tipi: concerti, manifestazioni in piazza, mostre e seminari. Per quantità e qualità abbiamo battuto tutti gli altri Paesi, tanto che il primo ministro ci ha portato come esempio. Noi come Ambasciata siamo molto attivi sui temi dell’inclusione sociale, parità di genere, lotta contro la violenza sulle donne e in sui diritti Lgbt e proprio su questo abbiamo organizzato una serie di incontri con associazioni albanesi sensibili al tema. Inoltre, ci siamo fatti parte attiva all’interno di un accordo tra l’associazione italiana “Filippide” e il Ministero della Salute albanese per avvicinare i ragazzi con disabilità allo sport, per aiutarli nell’inclusione e nei processi di apprendimento, in special modo chi soffre di autismo. Lo sport è uno strumento terapeutico e per questo sempre con l’associazione citata e ministero abbiamo sostenuto la conclusione del memorandum per avviare la formazione di personale specializzato, qui, purtroppo carente. In più vorremmo organizzare per loro una piccola maratona tra le due sponde, per bambini italiani e albanesi”.

L’anno prossimo Tirana sarà Capitale Europea dello Sport e anche in questo caso la diplomazia farà la sua parte. “Per la settimana dell’Italia, sempre dal primo al setto giugno, vorremmo fare di più rispetto alla prima edizione – sorride l’ambasciatore -. Ciò che mi preme è realizzare eventi che siano parte di un processo evolutivo e che non si esauriscano nel giro di un paio d’ore. Tutti i progetti saranno calibrati su giovani, parità di genere, arte e cultura, inclusione sociale, temi su cui è importante lavorare. L’Albania ha fatto passi rapidi nella democrazia, attraverso però uno sviluppo squilibrato e impetuoso che ha creato grandi ricchezze e altrettante disparità. Tante sono le sacche di povertà e di persone rimaste indietro e stiamo cercando di lavorare su tutti i livelli. Far crescere questo Paese significa dare un po’ di aiuto a tutti”.

In questo si inseriscono i lavori con i programmi della Cooperazione allo Sviluppo, nello specifico il programma Iansa di riconversione del debito. “Con piccoli finanziamenti riusciamo ad intervenire sulle realtà comunali – conclude l’ambasciatore Bucci – sostenendo dei progetti che possono fare davvero la differenza in un territorio. Ultimamente, ad esempio, sono stati finanziati piccoli produttori locali di formaggi o altre specialità locali oppure la costruzione di un teatro, che significa portare cultura e altre maestranze e attività che ruotano intorno”.

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