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In estate impazzano le diete. Tra click bait e illusioni, l’unico modo per perdere peso è affidarsi ad uno specialista

Con buona pace di chi si impegna a promuovere la Body positivity, movimento che invita a stare bene con il nostro corpo, qualsiasi forma, peso o difetto abbia, a farla da padrone è sempre e solo la taglia 42. Specialmente in questo periodo, sui giornali e sui social impazzano articoli, con titoli enfatici o sensazionalistici, sulla forma fisica dei personaggi famosi, per la maggioranza donne, e soprattutto sulle diete. Di queste ne escono decine a settimana e tutte hanno qualcosa di miracoloso da proporre per ritornare subito in forma. La maggior parte, però, sono solo fumo negli occhi, basate su teorie pseudoscientifiche, frutto di strategie di marketing che producono business da capogiro, e lanciate solo per click bait.

“Gli unici autorizzati a creare dei veri piani alimentari sono i nutrizionisti, o biologi o medici, i dietologi (medici specializzati in scienze dell’alimentazione) e i dietisti con il parere del medico, e basta. Purtroppo l’alimentazione è diventata anche una moda e se ne occupano un po’ tutti – spiega la dottoressa nutrizionista Mariangela Stasi di Presicce-Acquarica -; il settore è regolamentato ma di fatto è come se non lo fosse. Il proliferare di tante diete è indice della mancanza di valore scientifico: la dieta è una ed esclusiva per ogni soggetto, e deve essere più varia possibile”.

Gli escamotage per avvalorare il contenuto degli articoli sono diversi, da “È scientificamente provato che” a “Ricerche suggeriscono che”, senza che però ci sia uno straccio di fonte, i toni usati sono quelli di chi dà certezze assolute e promette di far dimagrire “senza dieta” inserendo nell’alimentazione determinati cibi che “fanno dimagrire aiutano a perdere peso” o invitando a seguire “i trucchi per produrre meno ormoni della fame” o “quanto si deve dormire per dimagrire”.

“Non esistono cibi miracolosi – continua l’esperta -. Da un punto di vista tecnico, esistono alcuni alimenti che accelerano il metabolismo, ma lo fanno per un periodo di tempo talmente breve che non è sufficiente a dare un risultato. Il dimagrimento dipende esclusivamente da una questione matematica: introdurre meno calorie di quante se ne spendano e per dimagrire bene non bisogna provarsi di tutti i macro nutrienti, quali carboidrati, proteine e grassi, così come di vitamine e minerali per la quantità necessaria”.  

Inserendo nel motore di ricerca la parola “dieta” vengono fuori dei risultati sorprendenti, in termini di qualità e di quantità. Ogni volta vengono promosse, da blog quando non da testate giornalistiche rinomate, delle diete che sono sempre “nuove” “per mantenersi in forma senza sforzi” con “regole semplici da seguire”. Ci sono quelle si basano sull’inclusione o esclusione di alimenti dalla dieta: la proteica; la dieta ipokaliemica, regime alimentare a basso contenuto di potassio; quella senza zuccheri; la dieta delle gallette di riso, in sostituzione delle fonti di carboidrati; la iposodica, con poco sale; la dieta paleo o paleolitica, direttamente dall’età della pietra, che invita a mangiare come gli uomini primitivi; quella del gelato, in sostituzione del pranzo; o quella del ghiaccio, che promette di bruciare grassi; la dieta della cipolla, presentata come “regime alimentare d’urto in grado di garantire una forte perdita di peso in poco più di 7 giorni”; o la Plank, dieta iperproteica in cui alcuni alimenti vanno eliminati, per perdere 9 kg in 14 giorni e “il peso rimarrà costante per 3 anni”; la Flat Flush, che stimola il metabolismo e che necessita, almeno per la prima fase, di bere succo di mirtillo e acqua in grandi quantità.  

Poi ci sono le diete che tralasciano gli alimenti per concentrarsi sulle abitudini da adottare, come la volumetrica, “poco restrittiva” che non tiene conto del conteggio delle calorie ma del volume che gli alimenti occupano “nel piatto prima e nello stomaco poi”; la dieta libera, che non ha vincoli o limitazioni ma “punta a riparare il nostro rapporto col cibo” secondo un approccio meditativo sull’atto di nutrirsi, “l’obiettivo non è perdere peso e basta, ma restare in salute promuovendo relazioni positive tra alimento e corpo”; la dieta delle 12 ore: si mangia nell’arco di 12 ore e nelle restanti si sta a digiuno per le restanti; e si continua poi con il digiuno intermittente, quella del metabolismo (a volte cambiano nome ma sono le stesse).

Nel vasto campionario di diete si segnalano quelle dei personaggi famosi e a volte quelle più assurde, come quella di un certo Boban Simic, 40enne di Chicago, che mangia pollo e manzo crudi, yogurt con latte materno e secrezioni vaginali delle sue ex fidanzate. La dieta del momento è la chetogenica, ma in molti nutrono dubbi, mentre “non hanno proprio basi scientifiche le diete in base al gruppo sanguigno – continua la dottoressa Stasi -. Il gruppo sanguigno non determina in alcun modo il tipo di alimento che si può mangiare, non c’è correlazione scientifica, non esistono pubblicazioni in merito. E ancora non ci sono dati sufficienti per quella legata al Dna”.

Nel calderone va inserito poi tutto il settore di integratori alimentari, barrette, bibitoni e quant’altro che promettono di fare la differenza.

“Il rischio di fondo è quello della malnutrizione – spiega la nutrizionista -, se io limito l’assunzione di alimenti ad una determinata categoria o riduco drasticamente la quota calorica, nell’immediato avrò quanto meno un problema di debolezza, perché non assumo abbastanza calorie rispetto a quelle che mi servono e a lungo termine poi si avranno carenze nutrizionali. Le diete che promettono facili risultati in realtà fanno perdere solo liquidi e muscoli, con il rischio di recuperare tutto e subito il peso perso. Ciò che conta invece è abbattere il grasso. Un’altra conseguenza della scorretta alimentazione è anche l’eventuale rallentamento del metabolismo che si adatta ad un’entrata energetica troppo bassa, anche in questo caso si perde il muscolo, che è il responsabile del metabolismo, e a catena si ha la riduzione della spesa energetica e una risposta sempre più lenta al piano alimentare. Alla peggio si può incorrere al blocco del metabolismo e riattivarlo diventa complicatissimo. Infine, c’è da stare attenti se queste diete vengono adottate da chi ha una tendenza o un disturbo alimentare già conclamato: senza la supervisione di uno specialista la situazione può degenerare e creare ulteriori danni”.

Sì, perché l’alimentazione è anche legata alla psiche e bisogna stare molto attenti ad affrontare questo argomento, anche se non tutti, a quanto pare, la pensano allo stesso modo.

È di questo il caso di Alberico Lemme, farmacista denunciato più volte dall’Ordine dei Medici, ideatore della controversa dieta Lemme, che dopo aver ritirato un premio alla Camera (ottenuto come imprenditore, per la realizzazione di diete a base di cibo prodotto direttamente dalle sue aziende) ha dichiarato che con la sua dieta si può guarire da anoressia, bulimia, diabete di tipo 2 e ipertensione. Ciò che propone è una “filosofia alimentare”: niente conteggio delle calorie, niente sacrifici, niente sport.

“La parola dieta significa stile di vita, vuol dire creare un’abitudine alimentare, quella più adatta alla singola persona, ognuno, in base alle sue esigenze si crea il suo modo di stare a tavola, in cui riesce a mangiare di tutto in maniera regolare, eventualmente riducendo le quantità solo nel momento in cui vuole dimagrire.  L’obiettivo è creare un’abitudine a lungo termine e si deve far leva sulla sensazione di benessere per andare avanti”.

Recuperare da una cattiva dieta si può, ma a volte è difficile, richiede tempo e sacrifici.

“Purtroppo capita spesso che si rivolgano agli specialisti persone che hanno seguito le diete più disparate e il corpo non risponde più, perché il metabolismo ha perso il suo andamento naturale. È difficile recuperare anche i casi in cui i pazienti si sono ritrovati a seguire dei protocolli con vari bibitoni che poi alla fine oltre a creare problemi per la salute e non portare a dei risultai reali, portano a spendere tanti soldi”.

L’ideale è sentirsi bene nel proprio corpo, magari anche con qualche chiletto in più. Se si vuole perdere peso, soprattutto quando necessario per mantenere una buona salute, l’unico consiglio da seguire è rivolgersi ad uno specialista.

La dottoressa Mariangela Stasi

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