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Concerto “fantastico” con pianoforte e orchestra: la sfida (vinta) di Roberto Esposito

«Ho impiegato sei mesi per scrivere, almeno un anno per metterlo in piedi e sette ore per registrarlo». Così Roberto Esposito descrive l’impegno richiesto per il suo ultimo lavoro “Piano Concerto – Fantastico”. Una sfida lanciata e vinta, quella del giovane pianista di Tricase, nello scrivere e dar corpo ad un genere che oggi può apparire di difficile fruizione, quello del concerto pianoforte e  orchestra, composto da sette tracce, divise in due macro opere. Dopo “The Decades”, che è stato il suo disco d’esordio, Esposito ha messo in cascina anche il concerto al Teatro Regio di Parma con Philip Glass nel 2016.

L’idea del nuovo album «L’album è un’idea folle perché scrivere un concerto per pianoforte e orchestra nel 2018 è fuori dal contesto temporale. Il genere – continua Esposito – era molto diffuso tra 1700 e 1800, fino ai primi anni ’40 del ‘900. Poi con la morte di Rachmaninoff, l’attività di scrittura si è ridotta drasticamente. Tutto è nato dalla voglia di distinguermi dal primo lavoro, piano solo. Inoltre, ho voluto esagerare chiamando un’orchestra sinfonica, rimanendo in una percezione classica di scrittura, sfruttando le maggiori forme classiche che sono concerto pianoforte e orchestra e la sonata».

In Ungheria per trovare l’orchestra L’orchestra che è riuscita ad assecondare la sua idea non è da poco, si tratta di quella di Budapest, con 64 elementi, ed Esposito l’ha raggiunta nel loro studio di registrazione, in Ungheria, per poter dare forma al suo album. La presentazione ufficiale si è tenuta nei giorni scorsi presso lo studio cinematografico “Ientu Film” a Depressa, dove l’autore  ha raccontato come il suo progetto ha preso forma, ha fatto ascoltare la base dal vivo, suonando dapprima il piano e successivamente il brano completato dal supporto dell’orchestra (con il video).

Dagli Usa lo sponsor «Sono riuscito a registrare con l’orchestra di Budapest grazie ad una grossa azienda di fotovoltaico degli Stati Uniti, che ha deciso di sponsorizzare l’intero progetto. Senza chiedere nulla in cambio. È nato tutto per gioco – continua l’autore – e invece è diventata una cosa seria». L’obiettivo è quello di riuscire a suonare la sua opera ancora una volta dal vivo. Intanto l’album va già forte, nonostante questo genere musicale soffra un po’. Ma Esposito (studi al Liceo Stampacchia di Tricase ed al Conservatorio “A. Boito” di Parma) sa bene cosa fare e consiglia: «Ascoltate Beethoven, si deve imparare ad ascoltare e a fare ricerca musicale. Questo può essere fondamentale per la nostra psiche, ci dà un equilibrio che apparentemente ci manca e non capiamo perché. probabilmente ci mancano delle cose perché non ascoltiamo Beethoven. E pure il mio nuovo album».

Ilaria Lia

Pubblicato su Piazzasalento il 1° luglio 2018

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