Attualità

Mediatori Interculturali: una professione riconosciuta solo sulla carta

Con una lettera indirizzata a vari Ministri, i componenti del Tavolo Nazionale dei Mediatori Interculturali hanno voluto esporre la loro situazione e proporre la creazione di un albo nazionale per garantire la professionalità e la formazione uniforme dei professionisti chiamati ad intervenire in ogni ambito della sfera pubblica e sociale.

La lettera è stata spedita un anno fa, ma nessuno ha risposto. E intanto il bisogno di mediatori interculturali in Italia è aumentato in modo esponenziale.

Egr. Signori Ministri,

gli scriventi appartenenti al Tavolo Nazionale dei Mediatori Interculturali desiderano porre alla Vostra attenzione la condizione dei mediatori in Italia, con l’auspicio di un Vostro interessamento e, per quanto di competenza, di un intervento diretto e tempestivo.

La figura del mediatore interculturale, professione necessaria nella gestione del rapporto tra società ospitante e stranieri, è entrata nell’ordinamento giuridico con la legge sull’immigrazione del 1998 (Legge n. 40/1998 e T.U., art.38).

Successivamente la figura del mediatore viene citata nel Decreto Legislativo n. 286 del 25 luglio 1998, e precisamente all’articolo 38 rubricato “Istruzione degli stranieri. Educazione interculturale”; nel Decreto del Presidente della Repubblica n. 394 del 31 agosto 1999 sulla disciplina dell’immigrazione e le norme sulla condizione dello straniero (a riguardo delle comunicazioni con le famiglie degli alunni stranieri); nella Legge quadro n. 328 del 2000 “Legge quadro per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali”, che si pone sulla stessa linea della legge n.285 del 1997 riferita all’educazione interculturale e alla riforma dei servizi sociali. Un altro riferimento alla figura del mediatore è presente nel Regolamento penitenziario, DPR 230/2000, dove al secondo comma dell’art 35, si afferma che “deve essere favorito l’intervento di operatori di mediazione culturale, anche attraverso convenzioni con gli enti locali o con organizzazioni di volontariato” (in accordo con quanto previsto dalla L.40/’98). Sono tante, inoltre, le Regioni che hanno individuato un profilo professionale e uno standard formativo specifico per la figura del mediatore culturale/interculturale (termini spesso usati come sinonimi ma che hanno sfumature diverse).

Tuttavia vi è da aggiungere che c’è ancora molta ambiguità e confusione nella definizione del ruolo e della figura socio-professionale del mediatore, oltre al fatto che la medesima figura non viene valorizzata e adeguatamente rispettata.

Anzi, per essere franchi, c’è da dire che vi è una radicata e falsata percezione della figura del mediatore. Come erroneamente si pensa il mediatore non opera infatti solo nelle strutture di accoglienza o in un contesto d’emergenza: in una società sempre più multietnica e multiculturale il nostro ruolo è fondamentale in ogni ambito, nella scuola, nella sanità, così come nell’amministrazione giudiziaria e in genere in tutti gli uffici pubblici. Inoltre, tenendo conto degli ultimi di una lista di deplorevoli episodi di cronaca, brutali nonché fatali in alcuni casi, la mediazione interculturale è lo strumento necessario come deterrente alla conflittualità sociale, ed è punto di forza per la coesione della stessa.

Nonostante la nostra figura richieda formazione continua, il valore del nostro lavoro è ancora, incomprensibilmente, sottostimato e per questo poco utilizzato. Siamo professionisti sulla carta, ma non riconosciuti nella vita lavorativa, dove si incontrano sempre situazioni di precarietà estrema e con compensi esigui.

Consapevoli di tale situazione, all’interno del nostro Tavolo negli ultimi anni abbiamo lavorato assiduamente per cercare di colmare queste lacune, in primis lavorando su un testo per una proposta di legge per il riconoscimento della figura del mediatore interculturale e per l’istituzione di un vero e proprio albo, che stabilisca diritti e doveri precisi.

Tale proposta, che la alleghiamo alla presente, è stata presentata alla Camera nel mese di febbraio 2020 a firma dell’Onorevole Jessica Costanzo.

Alla luce di quanto esposto sopra Vi rivolgiamo pertanto un accorato appello, e per quanto di competenza, una richiesta di interessamento alla Nostra professione che possa poi portare al riconoscimento di diritti e doveri e alla creazione di un albo nazionale.

Confidando in un Vostro positivo riscontro, Vi porgiamo i più cordiali saluti

Ecco il testo della proposta di legge presentata il 20 febbraio 2020

  1. Francesco

    Grazie Ilaria per mettere in evidenza i tanti aspetti positivi che ha un mediatore interculturale. Oggi più che mai figure professionali in questo ambito sono essenziali.

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