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L’Italia in Bosnia Erzegovina punta sulla cultura per avvicinare sempre più i due Paesi

Nella sua carriera diplomatica, Marco Di Ruzza, ha avuto esperienze a Budapest, a Vienna, ha ricevuto incarichi in diversi e uffici nel Ministero degli Esteri, si è occupato di America meridionale. È autore di saggi, tra cui “L’America Latina sulla scena globale” Rubbettino (2011), che gli è valso nel 2015 un prestigioso riconoscimento per l’impegno alla collaborazione tra l’Italia e la regione latinoamericana. Dal 14 giugno 2021, ricopre il ruolo di Ambasciatore d’Italia a Sarajevo (in Bosnia-Erzegovina), Paese che aveva già intercettato durante uno degli incarichi intrapresi. E già da subito ha iniziato a lavorare per contribuire al dialogo con tutti e a rafforzare l’immagine dell’Italia nel Paese.

“Sono molto onorato di ricoprire questo ruolo – afferma l’ambasciatore Di Ruzza – in un Paese che presenta una situazione politica complessa e per questo stimolante; un bilaterale forte; una grande presenza del terzo settore e un contesto in cui la comunità internazionale è molto ascoltata”.

Eccellenza, che esperienze aveva della Bosnia Erzegovina?

“La Bosnia-Erzegovina era sul mio tavolo già quando sono entrato in carriera diplomatica, alla fine del 1997. Nel mio primo incarico al Ministero degli Affari Esteri ero alla Direzione Generale per gli Affari Economici quale vice Capo di un Ufficio che trattava le relazioni bilaterali dell’Italia con un ampio gruppo di Paesi del settore balcanico-danubiano-adriatico, tra i quali tutti i Paesi dell’ex Jugoslavia. Con la Bosnia-Erzegovina lavorammo molto per agevolare, nei rapporti tra i due Paesi, relazioni commerciali ed investimenti. Il mio Ufficio preparò anche gli accordi che sono stati firmati alla Conferenza di Ancona del maggio 2000 – alla presenza di tutti i Paesi rivieraschi dell’Adriatico – che ha istituito l’attuale Iniziativa Adriatico-Ionica (IAI). La BiH assumerà peraltro la Presidenza della IAI a partire dal mese di giugno e da parte italiana, in considerazione dell’importanza di questo esercizio di coordinamento regionale, verrà assicurata ogni collaborazione per contribuire al successo del mandato presidenziale”.

Quali sono gli obiettivi che si è prefissato di raggiungere?

“All’inizio del mandato ho annunciato che il mio principale obiettivo sarebbe stato contribuire all’ulteriore espansione dei già ottimi rapporti bilaterali, portando “tanta Italia” in BiH. Siamo soddisfatti dei risultati sinora raggiunti ed abbiamo moltissime iniziative promozionali allo studio nell’ambito della dimensione bilaterale. Proprio alla luce della vicinanza tra i nostri Paesi, stiamo presentando in questi giorni – non solo alle Autorità ma anche all’opinione pubblica – la candidatura italiana, della città di Roma in particolare, ad ospitare EXPO 2030, confidando che la BiH possa sostenere la nostra proposta e costruire con noi una proficua collaborazione al riguardo. Altro mio obiettivo-chiave è sostenere il cammino europeo della BiH in costante coordinamento con l’azione del Rappresentante Speciale dell’UE in BiH, Ambasciatore Johann Sattler”.

Che ruolo ha la cultura italiana in Bosnia Erzegovina?

“Non credo di peccare di presunzione se affermo che quale partner culturale l’Italia ha pochi rivali in BiH, alla luce della tradizionale propensione del pubblico bosniaco-erzegovese verso il nostro Paese, la nostra cultura e il made in Italy. Gli eventi promozionali che l’Ambasciata propone (specie le grandi rassegne tematiche dedicate alla lingua, al design, alla cucina, al cinema italiani, etc) riscuotono notevole successo e godono di ampia visibilità mediatica. Abbiamo eccellenti collaborazioni con la televisione nazionale di BiH e con Radio Sarajevo, nate in piena pandemia per l’impossibilità di ospitare eventi in presenza ma che sono poi diventate – a prescindere dalle limitazioni covid – assi portanti della nostra proiezione culturale. Molti progetti comuni sviluppiamo anche con la Filarmonica di Sarajevo, con il MESS International Theatre Festival (il più antico festival teatrale dal vivo dell’intera area balcanica), con il Sarajevo Winter Festival, dove vengono proiettati film di autori affermati ed emergenti, per dare avere una visione più ampia della cinematografia italiana. A novembre si è tenuta la Settimana della cucina italiana, realizzata in partnership con l’associazione italiana Trentini nel mondo. Nell’ambito della stessa rassegna si sono tenuti corsi di formazione presso l’istituto alberghiero a Sarajevo, oltre a conferenze, seminari e iniziative per promuovere prodotti italiani a prezzi scontati. Ma durante l’anno non mancano poi altri importanti appuntamenti culturali”.

Ci saranno altri nuovi progetti in futuro?  

“Certo: per accrescere ulteriormente la nostra dimensione culturale in BiH il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione internazionale ha programmato di aprire a Sarajevo un Istituto italiano di cultura e ciò non potrà che consolidare ancor di più i ponti tra i due Paesi. Inoltre, ultimamente siamo riusciti a rimettere in moto, favorendo l’accordo tra il Cantone e la Città di Sarajevo, il processo per la costruzione del Museo di Arte Contemporanea “Ars Aevi” secondo il progetto di Renzo Piano: con il sostegno della nostra Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo (AICS) finanzieremo la progettazione esecutiva del Museo, passaggio fondamentale per aprire la strada all’inizio dei lavori. Un piccolo grande prodigio, se consideriamo che l’iniziativa – che doveva segnare la rinascita culturale del Paese dopo la guerra – è rimasta paralizzato per trent’anni”.

Come l’Ambasciata si rapporta con la comunità di connazionali presenti in Bosnia Erzegovina?

“Non trascuriamo affatto i rapporti con le comunità tradizionali di origine italiana qui presenti, espressione dell’emigrazione storica che prese avvio dopo il 1878 – in misura prevalente dal Triveneto, dal Trentino in particolare – quando la BiH divenne parte della Monarchia asburgica. Recentemente ho partecipato a Banja Luka al Festival della Cultura italiana “Insieme”, organizzato dalle associazioni italiane di Banja Luka, Prnjavor e Tuzla, a testimoniare la vicinanza dell’Ambasciata verso sodalizi che tengono a mantenere vive le loro radici italiane e realizzano a tal fine numerose iniziative, anche editoriali. A breve, per esempio, verrà editato, a cura della fondazione omonima, un libro su Alexandre Langer, dove mi è stata richiesta la prefazione. Langer qui è molto conosciuto, a Tuzla per esempio c’è una stele a lui dedicata, ed è stato da sempre apprezzato per il suo impegno civile e politico per la pace nella ex Jugoslavia. Aveva capito la differenza tra la retorica della pace e la cultura della pace. Il libro uscirà per il mercato bosniaco, ma speriamo di avere in futuro anche una versione italiana”.

L’Italian style conquista tutti!

“Per noi investire in cultura vuol dire non solo aumentare la vicinanza e l’amicizia tra i due Paesi ma anche sostenere i percorsi di riconciliazione e di dialogo interetnico, dunque costruire ponti in un Paese ancora troppo frammentato. La cultura esprime una bellezza che oltrepassa i confini, che annulla ogni divisione e non ha bisogno né di visto né di passaporto. Con questi stessi obiettivi sosteniamo anche, tramite l’AICS (Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo), alcuni progetti di cooperazione che sono diventati autentici pilastri della vita di questo Paese. Penso ad esempio al “Via Dinarica”, realizzato insieme all’UNDP (Programma delle Nazioni Unite per lo sviluppo), con cui incoraggiamo lo sviluppo di forme di turismo dinamico e sostenibile per favorire la crescita economica della BiH ma anche per consentirle di valorizzare compiutamente le splendide bellezze naturali di cui dispone. Con UNDP abbiamo lanciato un altro importante progetto, significativamente denominato “Bridge” – Building relations for intercultural dialogue in Bosnia and Herzegovina”, che intende investire nel dialogo interculturale e colmare le distanze sociali tra le diverse comunità nel Paese, coinvolgendo in particolare le generazioni più giovani. La stessa organizzazione internazionale è anche nostra partner in un’altra iniziativa dell’Ambasciata, sostenuta dal MAECI (Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale), alla quale teniamo molto, ossia la creazione di una “Rete Verde” con associazioni e ong impegnate in progetti di protezione e valorizzazione ambientale”.

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