Presicce

Don Pierluigi ha salutato la “sua” Presicce prima di approdare a Tricase

Tra i ragazzi scout, moderatore in vari incontri e presentazioni di libri, sul palco de “I colori dell’olio”, a chiacchierare con tutti davanti ad un caffè, tra un esame universitario e l’altro: nel corso dei suoi otto anni a Presicce, don Pierluigi Nicolardi, originario di Alessano, si è fatto apprezzare in tanti modi, sempre con sorriso sul volto. Tra i momenti più duri da affrontare quello del saluto alla sua comunità, lo scorso 31 agosto, nell’ultima messa celebrata da vice parroco.

Già dal 1 settembre, infatti, un’altra comunità ha accolto don Pierluigi Nicolardi, ora parroco nella chiesa di Sant’Antonio a Tricase. E nel momento del commiato dai presiccesi l’emozione era tangibile. Voce rotta dall’emozione, magone in gola e lacrime trattenute, ma con fatica, nel suo discorso dopo la messa.

«Ricorderò sempre la “vivacità” dei presiccesi», ha detto il sacerdote originario di Alessano arrivato a Presicce ancora seminarista, diventato diacono a dicembre 2011 e ordinato presbitero a giugno del 2012. In paese già dal primo giorno si è fatto notare per la sua preparazione e per la voglia di fare.

«Ho il cuore colmo di emozione. Sono felice ma allo stesso tempo sono nostalgico. Non voglio vivere questo momento come un lutto, stasera voglio fare degli inni di lode, in questi anni – ha affermato nel salutare i parrocchiani – ho sentito la mano di Dio su di me, soprattutto nei momenti di debolezza, qui ho imparato ad essere prete anche grazie alla premurosa e silenziosa presenza di don Francesco Cazzato. E lo ringrazio perché ha saputo attendere i miei tempi. Abbiate cura e affetto di lui, che ama questo paese come nessun altro. Il più bel cantico di lode lo scelgo per voi perché stare con tutti voi mi ha permesso di conoscere tutti, anche chi è lontano dalla chiesa. Grazie per l’accoglienza che mi avete dato. Sono stato uno di voi e questo mi ha esposto a volte a dure critiche, a chiunque sia stato rispondo che sono colpevole di essere stato dalla parte dei più deboli, lontano da chi ha usato inganni e mezzucci. Sono colpevole di aver preso posizione, Dio non vuole cristiani tiepidi ma con la schiena dritta. Pur essendo amico di qualcuno non ho mai smesso di essere il pastore di tutti».

Nel finale non sono mancati i ringraziamenti a tutte le persone e le associazioni che gli sono state vicine, dall’Azione cattolica alla Schola cantorum e ai gruppi scout, con i quali ha condiviso pure il Cammino di Santiago. «Un bacio al cielo ai presiccesi che sono nel cuore. Sono arrivato povero, me ne vado ricco del vostro affetto», ha concluso don Pierlugi. Una volta sceso dall’altare baci e abbracci, tra le lacrime di tutti, e l’immancabile taglio della torta.

Ilaria Lia

Pubblicato su Piazzasalento il 2 settembre 2019

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